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Gliene avevano parlato da quasi più di un mese: «Un lago nel mezzo del deserto, un lago sacro da dove nacque Brahma , il padre di tutti gli dei…» . «Un lago in mezzo al deserto..» , quella frase continuava a rimbombare nella sua testa proprio per il fatto che non ne avesse mai visto uno. Gli avevano parlato dell’Oceano , una distesa di acqua salata che circondava l’enorme e potente paese in cui aveva avuto la fortuna di nascere e della madre Ganga ,il fiume sacro, colei che da vita, sacra e immortale che scorre attraversando tutto il paese fino a sfociare appunto nell’Oceano; così veniva apostrofato dai più anziani della sua tribu se faceva domande che solo i più saggi potevano rispondere Solo loro conoscevano le curiosità del mondo.

Ormai erano giorni che camminavano tutti assieme, in carovana , cammelli e carri, uomini e donne e chi , come per lui, era la prima volta che si incamminava in pellegrinaggio verso Pushkar. Visitare questa città sacra era il più grande regalo che potesse aspettarsi , visitare il tempio di Brahma , tuffarsi dalle sacre sponde ,il primo atto di purificazione della sua vita; poter beneficiare dell’energia del luogo ,ad ogni passo la stanchezza lasciava spazio alla sua curiosità , le storie di chi aveva intrapreso quel pellegrinaggio già varie volte nella vita risuonavano nelle notti passate attorno al fuoco.

Suo padre come ogni sera aveva un racconto da snocciolare davanti al falò. Le sue parole si muovevano con la fiamma , ondeggiavano nell’aria si mischiavano al fumo della legna raccolta ore prime e riecheggiavano nei silenzi fino alle orecchie tese che al sorseggiare dell’ultimo chai della giornata ascoltavano come rapiti le parole sussurrate nel silenzio della notte .

«C’è un piccolo tempio, circondato da un’oasi , attorno del quale c’è un giardino. In questo giardino ci sono piante di ogni tipo, frutti e verdure , un orto coltivato e decine di pavoni. L’abbondanza che si trova in questo luogo non è di questa terra, tutto gira attorno all’amore per il Baba che vive in quel piccolo tempio, un Baba che è talmente famoso che lo conoscono tutti. Addirittura anche gli stranieri che da terre lontane gli portano doni . Si fa chiamare Aloo Baba – Il Baba delle patate. Il suo nome è stato dato dalle persone che vivono attorno al piccolo villaggio. Nei primi anni quando nessuno lo conosceva chiedeva alla gente del luogo cibo per benedizioni e consigli e loro gli regalavano patate, lui quelle vecchie le piantava ed era riuscito a trovare un pozzo; lui stesso narra che durante un sogno gli era stato indicato dove scavare e così ha potuto ridare vita a quell’angolo di deserto. Da lì il suo nome. E’ un santo. Un Baba che vive con i precetti degli antichi libri ,che conosce la storia dell’universo, la vita degli dei . Sorride alla vita ,conosce le arti ayurvediche . Io da lui ho imparato a non demordere mai, a combattere per quello a cui si crede, gli dei sempre ci saranno favorevoli se facciamo le cose senza carica di ego o con doppi fini».

Tutti annuivano attorno al fuoco. Qualcuno dei più anziani sussurrava di averlo conosciuto. Il vento del deserto soffiava con più impeto; le parole di suo padre si dispersero come nuvole cariche , sopra gli alberi , le carrozze, i pellegrini dispersi in diversi campi nomadi. Le parole scossero gli animi ed arrivarono fino al piccolo tempio di Aloo Baba e poi più in là fino alla meta, la meta che quella stessa notte avrebbe raggiunto da lì a qualche giorno e che ora dopo le parole di suo padre diventava sempre più reale… si vedeva passeggiare in quella piccola oasi paradisiaca con Aloo Baba , tra Lakshmi e Krishna , con decine di pavoni e frutta di ogni tipo.

... da lontano si intravedevano le tende di gente arrivata da tutto il Rajasthan e forse anche da più lontano, tutti accampati al di fuori di Pushkar , i colori sgargianti delle donne di varie tribu , i loro gioielli, i tatuaggi, sembrava un grande feria , un Mela immenso, venditori di qualsiasi oggetto e non solo, cibo di ogni genere; dai dolci ai Thali di svariate zone del paese ma anche cibi strani , visti solo in vecchie riviste, hamburger, pizza , gelati.. La strada principale gremita di gente, tutti ammassati , gridanti, come una gran onda che si muove all’unisono, pigiati e dondolanti che con lentezza e pazienza nell’immenso calore umano si muove verso il tempio di Brahma. Oltre agli indiani c’era gente di diversi paesi, gente con capelli di colori che non aveva mai visto e colore della pelle bianca , gente con occhi minuscoli che scattavano fotografie ad ogni angolo, giovani con dei rasta come lo stesso Aloo Baba a fumare e a bere chai… Dalla scalinata, che è l’ingresso del tempio principale si intravede una piccola strada che passa a lato del lago sacro… la gente attorno alle sue sponde, vive, si lava, prega, medita, i suonatori di Nagara riempiono l’aria durante la Puja.. piccoli gruppi fanno il BodyKarma, percorrono tutto il lago pregando e meditando, Sit Chiti Ananda inneggiano mentre i Brahmini scuotono l’aria di incenso e preghiere. Il sole del deserto cala tra le vie della cittadina , si riflette sul lago e colora i suoi abitanti e i suoi pellegrini.

Seduto nella posizione di attesa in riva al lago si guarda attorno; respira a pieni polmoni e chiude gli occhi. Da lontano una voce ; si sente toccare la spalla. Di repente apre gli occhi, è sdraiato attorno al fuoco della sera prima avvolto da una coperta. Era tutto un sogno, l’aveva immaginato ma sapeva dentro di se che raggiungere Pushkar avrebbe cambiato tutto, gli avrebbe dato una visione del mondo completamente diversa.

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@kaya_david2020