X_FARM: Ecologia sociale ed agricoltura sostenibile
Stanno trasformando terre confiscate alla mafia in una realtà agro-ecologica e sociale. Il cambiamento del Paese Italia prende forma dalle periferie e dalle campagne, dal Sud del paese dimenticato sorgono realtà di cambiamento e non ci si vuole fermare qui.
Le vaste campagne del brindisino sono disseminate di stradine e piccole cappelle devote alla Vergine Maria. Gli ulivi in questa giornata ventosa sembrano ancora più imponenti, si muovono, danzano al ritmo del vento. Noi in bicicletta dopo vari kilometri in questo entroterra di muri secchi e masserie centenarie seguiamo un reticolato di ferro. Oltre al suono dei rami che danzano con noi dalle campagne si sente leggero e trasportato dal vento il caloroso suono di risate ed applausi in lontananza. Un audio-miraggio nella distesa di campi a perdita d’occhio che ci circondano. Superiamo il cartello X_FARM, imbocchiamo la piccola strada sterrata, superiamo un filare di ulivi e davanti a noi uno shooting ci propone uno spaccato del Sud che vuole cambiare.
L’immagine a cui si ispira è il dipinto «Il Quarto Stato » di Giuseppe Pellizza da Volpedo, la marcia del proletariato che raffigura quel dipinto qui prende una piega riformista, nuova, attribuita ad un cambio forte che inizia da questi giovani agricoltori. Entriamo a fare parte dello shooting in maniera quasi comica, ci mettiamo nelle retrovie ed osserviamo quei sorrisi, quell’energia e quella voglia di cambiamento che prontamente ci assale e ci fa sentire parte d qualcosa.
Sono tutti belli. Hanno quella bellezza pura, quella luce ispiratrice, che ti fa fantasticare, che ti porta a seguire i sogni senza pensare alle conseguenze. Traspirano e comunicano immediatamente l’amore per la propria terra, la vicinanza con le tradizioni ed un senso di collettività, di spinta che solo una comunità forte e un punto di arrivo comune ti può dare. Sono imparabili-come nel quadro del Pellizza – spinti dal desiderio di cambiamento, dalla consapevolezza che loro potrebbero essere finalmente qui nel Sud, un Sud Italia lasciato ad essere fanalino di coda in molti sondaggi, il vero motore dal cambiamento, il propulsore per alzare la testa del Paese e pare che lo vogliano gridare a tutti : «Ci siamo anche noi !!»
Gli applausi si disperdono nell’aria.. lo shooting è finito, è ora di pranzo. Questo ci da l’opportunità di capire chi sono questi ragazzi, le loro esperienze e cosa si sta creando qui. In Puglia sta emergendo una schiera di agricoltori di nuova generazione che interpretano con nuove lenti il lavoro in campagna. Queste lenti sono quelle della generatività, ossia della capacità dei sistemi di generare più risorse di quante ne consumano, di utilizzarle in maniera razionale, di riprodurle a partire dai cicli naturali. I nuovi agricoltori mescolano coltura e cultura, non sacrificano i valori per il valore, ridefiniscono filiere locali, interrogano le contraddizioni del sistema agricolo capitalistico che mercifica l’ambiente, il cibo e il lavoro di chi lo produce.
Parlando con questi ragazzi il discorso emergente è un agricoltura basata sull’ecologia. Checco mi spiega in maniera semplice ed efficace il grande cambio che si è sottoposto il territorio con l’emergere della monocoltura, nel caso specifico della Puglia degli ulivi, incentivati da una politica con un focus alla produttività a discapito di quello che concerne l’ecosistema a cui ci si appoggia. «Per più di 100 anni non si è mai posto il problema di intensificare gli uliveti presenti sul territorio, La Puglia reggeva l’economia regionale ed inter-regionale senza dover creare latifondi di monocolture..anzi! Anticamente (70 anni fa), tra gli ulivi si trovavano mandorli e alberi da frutto, che non solo aiutavano a reggere e autosostentare la famiglia ma a permettere al terreno di recuperare forza, i vecchi agricoltori, i nostri genitori compresi, si sono interessati alla quantità, sradicando letteralmente la tradizione e quelle colture che erano superflue, per fare spazio ad alberi di ulivi, importando addirittura olive dall’estero e provocando un impoverimento del terreno che ha portato in questi anni al fenomeno Xilella e alle conseguenze di cui ora tutti siamo vittime; stiamo imparando cos’è e come si progetta un’agroforesta, ritornando sui passi dei nostri avi e questo mi riempie d’ orgoglio…»
Loro sono un esempio pratico dei tanti progetti sostenuti da X_FARM, con Scuola Radicale provano a mettere insieme didattica, ricerca e sviluppo di nuovi percorsi in questa bizzarra azienda ‘bene comune’ nata dal recupero di terre confiscate alla mafia e si nota come questi giovani agricoltori acquisiscono una coscienza del recupero delle aree dismesse socialmente e dei terreni impoveriti che è uno degli obiettivi strategici di questa avventura nata e sviluppatasi quasi per caso dopo che il Covid ha fermato altri progetti in atto in giro per il territorio brindisino. Il ritorno alla natura, al campo ha dato la possibilità di buttarsi in questo nuovo progetto, creare una rete forte ed incrementare gli sforzi. X-FARM è un progetto ad ampio spettro, questo un tassello minuscolo, una realtà che abbiamo assaporato in una delle provincie italiane meno conosciute nel panorama nazionale ma che porta silenziosa lo stemma di eccelenza in ambito personale e umano.
Oltre che di ecologia e sociale, si discute anche di digitalizzazione dell’agricoltura, rendere il tutto accessibile digitalmente, un campo 3.0 dove tutte le informazioni sono facilmente reperibili, come ad esempio l’introduzione di una storicità delle sementi utilizzate o di un archivio per non distruggere le specie autoctone spontanee che danno una biodiversità a questo territorio unica.
Questo progetto, XFARM Agricoltura prossima è un progetto della Cooperativa Sociale Qualcosa di Diverso nata all’interno dell’esperienza del Laboratorio Urbano ExFadda di San Vito dei Normanni. Sono quegli esempi che ci aiutano a capire da dove e come si può ripartire. Dalle periferie «dell’ impero» si creano grandi storie e grandi azioni che vengono percepite come tali solo dopo anni di fatiche e sacrifici. Inclusione sociale, amore per il territorio e uno spirito di innovazione stanno formando quel tessuto imprenditoriale prima e politico poi, atto per poter dare una svolta positiva finalmente partendo dal basso; dai giovani e da una visione ecologica e sociale estremamente importante, mi sembra la scena emergente più bella, spontanea, promettente di questa regione, una comunità pioniera che inizia a riconoscersi ed ha già in Puglia dei luoghi e delle storie di riferimento, nuovi protagonisti che capovolgono il senso della ricerca e della conoscenza sul progresso della loro terra.
La mente visionaria di Roberto, di cui ringraziamo per la disponibilità e la possibilità per poter visitare X_FARM, scova in ogni angolo la possibilità di ricerca ed arricchimento di quello che è un amore incondizionato per il territorio in cui vive. Radicato alla sua Puglia, alle sue tradizioni ma ancor di più alle nuove forze che vede esprimersi con i ragazzi pugliesi che tornano magari dopo esperienze all’estero o con l’inclusione di ragazzi da tutta Italia ed indica un percorso che poi quasi naturalmente cresce e prende forza, ci si rende conto della caparbietà ma anche dalla naturalità con la quale i progetti si sviluppano e prendano forma.
Ci è bastata qualche ora con loro assorbendo la serenità e l’amore per quello che fanno per rimanere assolutamente incantati con la speranza che questi progetti diventino qualcosa di importante e base per le generazioni future di un appoggio non solo morale ma anche come base fisica. Un esempio di come il Meridione e nel caso specifico , la Puglia, ce l’abbia fatta e stia uscendo da un empasse di staticismo convenzionale e che sia riuscita a utilizzare le sue eccellenze sul territorio, i suoi giovani laureati e la grande tradizione e biodiversità per portare nuovo ossigeno a tutto il Paese.
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